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LA CASSOEULA: TRA STORIA E LEGGENDA

Sapere da dove veniamo ci aiuta migliorare chi siamo, e la tradizione in cucina è importante; conoscerne le origini ci fa comprendere come questo piatto così gustoso e nutriente sia arrivato fino al presente.

Stiamo parlando della Cassoeula, una delle ricette più tipiche della cucina milanese.

Ci sono diverse teorie circa l’origine del nome di questo piatto: c’è chi ritiene che derivi da cassoeu, parola dialettale con cui si indica il mestolo, mentre molti sostengono che si riferisca alla casseruola in cui viene cotta la carne.

Secondo l’ipotesi più accreditata, però, il nome deriverebbe da cazzuola, lo strumento usato dai muratori per spalmare la malta tra i mattoni e che fa riferimento a quello usato per mescolare il preparato durante la cottura.

Probabilmente, il piatto deriva ed è legato alla festa di Sant’Antonio Abate, il 17 gennaio, giorno in cui vengono benedetti gli animali e, per tradizione popolare, si conclude il periodo di macellazione del maiale.

La leggenda narra invece di un soldato spagnolo innamorato di una cuoca di una famiglia nobile che un giorno si ritrovò senza ingredienti in dispensa. Il soldato le suggerì allora di utilizzare gli scarti del maiale e le poche verdure dell’orto, dando vita così a un piatto povero ma che piacque molto agli ospiti, al punto che la ragazza decise di accettare il corteggiamento del giovane. 

La prima testimonianza scritta ufficiale, comunque, è quella nel ricettario di Ruperto de Nola, al servizio della corte Aragonese di Napoli nel Quattrocento, che nel suo “Llibre del Coch” descrive la cassola de carn, pietanza molto simile all’attuale versione del piatto.